Nel vedermi divorare la frisella, capi’ che non sarebbe stata sufficiente per placare la mia fame e percio’ solo per me schiuse uno dopo l’altro i forzieri di vetro che conservava in dispensa. Iniziai ad assaporare quel momento lentamente, quasi a voler dilatare il tempo finche´, anche se solo per un attimo, mi sentii addosso, sulla pelle, il sole che aveva baciato quei frutti terrestri e marini ed al quale quelle verdure erano state esposte. Fu come se il calore dell’estate, racchiuso in quei vasi, si diffondesse da tutte le parti. Fu come se, ad ogni atto di spalmare sul pane casareccio, messo in tavola da zia Titina, quelle marmellate e quelle conserve, si spalmassero, nella mia memoria, i ricordi spensierati della mia infanzia e della adolescenza...
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